Formazione dei prezzi

La formazione dei prezzi

di Stefano Grasso

La sintesi delle principali teorie economico-finanziarie e delle diverse scuole di pensiero individuano come GENERATORE delle tendenze di prezzo nei mercati finanziari l’interpretazione dei fatti da parte degli operatori.
La casualità e i fatti, a cui non si riesce a dare una spiegazione deterministica, rappresentano da sempre un argomento di discussione fra gli studiosi, a cominciare dai filosofi greci.*
*Tra le parole con cui questi ultimi definivano il caso ve n’è una, αύτόματον, che nel linguaggio filosofico significa l’irruzione del divenire da parte di qualcosa che è esso stesso il solo protagonista ed il solo responsabile dell’irruzione. Pertanto esso irrompe “da se” (αύτό). In quest’ottica il divenire si contrappone alla realtà incontrovertibile ed intrasformabile perché non ha una precisa causa del suo verificarsi, ma viene dal nulla e tornerà nulla. È pura contingenza
La natura dei mercati finanziari ci spinge a porci domande sulla casualità e sulla sua incidenza
nell’andamento dei prezzi. In Borsa un comportamento che sembra casuale spesso ci appare privo di una logica. In realtà è privo di una logica predominante, cioè di una logica abbastanza forte da mettere ordine nell’andamento dei prezzi.
Mettere ordine significa formare una predominanza rialzista o ribassista e cioè una convenienza sull’opportunità di comprare lo stesso titolo ad un prezzo via via sempre più alto o vendere ad un prezzo sempre più basso
Il prezzo (dato oggettivo esplicito) è quindi, il risultato del pensiero della totalità degli operatori. I prezzi discordanti sullo stesso titolo, in periodi di tempo limitati (pochi giorni o addirittura poche ore) rappresentano la mutevolezza del pensiero degli operatori. Ecco perché non contano solo i fattori oggettivi, i cosiddetti “fondamentali” (dati macroeconomici ed aziendali), ma va attribuito un ruolo altrettanto importante o addirittura prevalente alle opinioni degli operatori
La regola sui mercati speculativi è che l’opinione conta più del fatto, quindi l’interpretazione della realtà conta più della realtà stessa.
Trasliamo il concetto sull’immagine qui sotto…
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…è ovviamente un disegno raffigurante una testa di una cavallo, ma…
ruotando il disegno…
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…ci viene in mente subito un altro animale.
Tornando ai mercati finanziari com’è possibile tutto questo?
Questo accade perché i titoli non vengono comprati per il valore di ciò che rappresentano, ma per cercare di trarne vantaggio dal valore futuro. Chi opera sui mercati, lavora sulla valorizzazione di ipotesi.
Tra gli elementi che si osservano per generare le ipotesi vi è anche lo stesso andamento del prezzo e per fare ciò il mercato interpreta i fatti osservando se stesso e diventa “AUTOREFERENZIALE’’.
Quando assistiamo alle turbolenze nei mercati finanziari (sia in fasi rialziste che ribassiste), la maggior parte degli operatori insegue il mercato guardando quello che fanno gli altri cercando di sfruttare il movimento in atto fino all’ultimo centesimo disponibile. Ovviamente il movimento non è eterno, ma più è vicino alla fine più è violento e “redditizio”, è anche vero che rimanerci dentro anche un secondo dopo la sua fine si traduce in perdite rilevanti.
Gli operatori questo lo sanno, ma sono disposti a rischiare…
Immaginate di poter partecipare “gratis” ad una festa dove più si avvicina la fine e più ci si “diverte”, sapendo che a mezzanotte precise finisce tutto e se rimani anche un solo secondo in più “pagherai il conto” per tutti i partecipanti…
…un conto è avere un orologio con tutte le lancette…
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…un po’ più difficile se non ho i secondi…
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…ben più complicato se non ho nemmeno i minuti…
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…in borsa abbiamo questo
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Quindi l’investitore deve abituarsi ad essere estremamente scettico su quello che osserva ed essere ben consapevole che ogni operazione finanziaria non presenta “CERTEZZE’’. Non esiste Organismo, Istituzione o Persona che siano in grado di prevedere il futuro e trasformare l’investimento in semplice attività amministrativa. E’ la natura dell’operazione finanziaria a creare i rischi che essa stessa comporta e tale caratteristica non può essere modificata
Quindi l’investitore non deve sforzarsi di controllare ciò che per sua natura è incontrollabile, deve seguire tecniche di MONEY MANAGEMENT, così da impostare il più possibile a proprio vantaggio le conseguenze dei fatti che accadono sui mercati:
MINIMIZZARE i momenti di perdita
MASSIMIZZARE i momenti di profitto
Nei prossimi post vedremo alcuni esempi di tecniche di MONEY MANAGEMENT.

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