Cos’è il Risk-Parity

Risk Parity

di Stefano Grasso

Risk-Parity
Gli investitori sono alla costante ricerca di strategie di investimento che gli consentano da un lato di contenere le perdite, dall’altro di avere una minor variabilità dei rendimenti. La tecnica di costruzione del portafoglio attraverso la Risk Parity, rappresenta un concetto alternativo al tradizionale approccio ‘bilanciato’.
 
Vediamo quali sono le caratteristiche…
L’aspetto distintivo della Risk Parity è dare maggiore importanza alla distribuzione e gestione del rischio. Piuttosto che tentare di predire i
rendimenti, in questo approccio si utilizza il rischio come misura per allocare gli asset e, quindi, costruire l’asset allocation strategic. Questo significa che asset meno rischiosi (per esempio le obbligazioni) avranno in portafoglio un peso percentuale maggiore, mentre le azioni peseranno meno. Ogni asset class avrà una porzione di portafoglio tale da fornire la medesima quantità di rischio.
Da questo punto di vista, la Risk Parity rappresenta, contemporaneamente, un’evoluzione e il superamento del tradizionale approccio bilanciato.
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I vantaggi dell’approccio Risk Parity sono:
  1. Aiuta il gestore a focalizzarsi su cosa determina davvero il rischio dei suoi investimenti. Individuare con chiarezza da dove arriva il rischio e quanto pesa, consente di effettuare una diversificazione del portafoglio reale e non semplicemente nominale.
  2. Realizza portafogli più stabili di fronte a eventi inaspettati. Il fatto di basare la costruzione del portafoglio non sui rendimenti attesi ma sui rischi e sulle loro correlazioni, fa sì che questo sia più stabile di fronte a eventi straordinari, quando i rendimenti effettivi si discostano consistentemente da quelli storici.
  3. E’ adatto anche per investimenti con orizzonti temporali brevi. Questo vantaggio deriva sempre dal fatto di mettere al centro il rischio. Così facendo, rispetto al tradizionale portafoglio bilanciato, la Risk Parity riesce ad allineare meglio la gestione del portafoglio con l’orizzonte temporale di molti investitori, riducendo la potenziale variabilità dei rendimenti per quegli investitori preoccupati dei rendimenti a breve.
Risk Parity: la Nostra variante “Dinamica”
Ogni asset class ha un suo rischio, riassunto da un indice statistico che è la deviazione standard ossia la “volatilità”. Tale indice differisce a seconda dei periodi in cui la calcoliamo e soprattutto dall’ intervallo di tempo a cui si riferise. Considerando un intervallo di tempo abbastanza lungo (2-3 anni) il suo valore è tendenzialmente stabile.

Nella costruzione di un portafoglio attraverso la Risk Parity Dinamica vengono calcolati i valori puntuali di volatilità di un determinato intervallo di tempo (es. 3 mesi) delle singole asset class che lo compongono, poi tali valori vengono confrontati con le rispettive medie storiche della medesima volatilità. Vi è poi un parametro che decide in base alle differenze rilevate se incrementare o diminuire la percentuale dell’asset class in esame rispetto alle altre. Si tenderà ad aumentare il peso delle asset class che in un determinato momento hanno volatilità superiore rispetto alla sua volatilità media e viceversa. L’asset di portafoglio viene poi controllato e “aggiustato” con cadenza coerente con l’intervallo di tempo scelto per il calcolo di volatilità (es. 3 mesi)1

1Nella realtà, il rendimento periodale (es. 3 mensi) dei componenti del portafoglio, è influenzato dal rendimento periodale precedente (mese precedente). Nel processo di costruzione e manutenzione della asset allocation occorre tenerne conto, per evitare di sottovalutare il rischio del portafoglio. Per questo, i pesi delle asset class, vengono ‘’corretti’’ considerando la loro volatilità periodale (es. 3 mesi)  rispetto a quella storica.

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